mercoledì 8 luglio 2020

LA MINACCIA DELL'INTEGRAZIONE.

LA MINACCIA DELL'INTEGRAZIONE.
Avete anche voi la sensazione che certe minoranze non vogliano affatto integrarsi?
Non è solo una sensazione, ogni minoranza ha da sempre robuste motivazioni razionali per tirare il freno. Esempio: nei nostri ordinamenti giuridici l'applicazione delle norme è demandata allo stato, in altri si realizza spontaneamente. Zingari, Amish, Mormoni, Ebrei (per 2000 anni), Cattolici (oggi), Mafie, Gang carcerarie, tutte queste realtà non hanno a disposizione uno stato per applicare la propria legge, occorre quindi che la cosa avvenga in automatico. In casi del genere si ricorre spesso a pene come l'ostracismo, un istituto ispirato alla scomunica in cui il reo viene escluso dalla sua comunità di appartenenza. L'ostracismo ha la virtù di essere compatibile con altri sistemi giuridici, e questo lo rende così appetibile per chi deve inserirsi in un corpo sociale alternativo. Naturalmente, l'ostracismo è tanto più efficace quanto più le condizioni dell'escluso sono temibili. Qualora la minoranza ospitata sia ben integrata con la comunità ospitante l'ostracismo diventa una barzelletta, ecco allora che occorre combattere una simile evenienza. Insomma, gli zingari hanno ottimi motivi per non mandare i bambini a scuola: ostracizzare un ragazzo istruito è decisamente più difficile.

marx antisemita

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moralismi

... molte persone non vedono il male prodotto dall'abuso dei discorsi morali, per loro i discorsi morali sull'onestà sono sempre ammirevoli. Per queste persone, i discorsi morali sono in un certo senso "magici". Invocare parole sacre - giustizia, dignità, diritti, uguaglianza, onore, tradizione, fede e famiglia - trasforma magicamente il tuo comportamento da cattivo, violento ed egoista in qualcosa di eroico e lodevole. Vuoi essere crudele con le persone che non ti piacciono e fare in modo che i tuoi vicini si congratulino con te? Ammanta ilk tuo comportamento con un gergo moralista e impadronisciti del potere.
Tuttavia, i discorsi morali non sono affatto magici. Non abbiamo il diritto di trattare male gli altri per il semplice fatto che abbiamo dimestichezza con le "parole sacre" o perché attraverso l'uso enfatico che ne facciamo mostriamo quanto ci interessino i temi fondamentali a cui rinviano. Essere moralmente schietti non è di per sé un valore... "
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Negli USA si fa un gran discutere se pagare i "danni di guerra" (riparazioni) ai discendenti degli schiavi neri. Sono davvero dovuti?

Per me no. Ricordo che i marxisti di qualche decennio fa enfatizzavano dati alla mano come la vita di un operaio di Detroit fosse peggiore di quella di uno schiavo del sud, ma non sarà questo il mio argomento. Un simile risarcimento contrasta con la responsabilità personale ma soprattutto è molto incerto. Supponendo di sapere che un individuo è il discendente di uno schiavo americano, dobbiamo ancora quantificare del danno effettivo. Il suo primo antenato schiavo probabilmente non sarebbe finito in America per altra via, e ci sono parecchie probabilità che lui sarebbe nato in Africa. Ora, già nel 1950 l'aspettativa di vita in Africa era di 37 anni rispetto ai 68 (a quel tempo) negli Stati Uniti. Ergo, non sappiamo nemmeno se il discendente di schiavi che intendiamo risarcire oggi sarebbe vivo qualora il suo avo non fosse stato portato in America con la forza.

Ma poi ci sono parecchie misure - solo all'apparenza più rispettabili - che impoveriscono i neri e li sfruttano ancora oggi, faccio solo 4 esempi:

- i piani regolatori che facendo lievitare artificiosamente i prezzi delle case impediscono di fatto ai neri di trasferirsi nei quartieri dei bianchi e stare così più vicini ai posti di lavoro più redditizi.

- Leggi sulle licenze professionali. Un grave limite alla possibilità di lavorare dei neri.

- Leggi sul salario minimo. Avvantaggiano il lavoratore medio ai danni degli ultimi che stanno sul mercato solo a salari inferiori a quello minimo, spesso si tratta dei neri.

- Leggi sulla droga. Quanti maschi neri sono in carcere a causa del proibizionismo?

martedì 7 luglio 2020

LA FEDE CI RENDE PERSONE MIGLIORI?

È noto che le persone religiose spesso dichiarano di essere più felici, partecipano di più alla vita comunitaria, si drogano meno, bevono meno, commettono meno reati e così via. Ma la correlazione non è causalità. In effetti, sembra plausibile che coloro che scelgono di impegnarsi religiosamente non siano persone qualunque, che sia cioè all'opera quella che gli studiosi chiamano "selezione all'ingresso". Come puo' allora un ricercatore valutare il nesso di casualità? Ecco alcuni tentativi:
1 Dehejia, DeLeire e Luttmer cercano di accoppiare persone religiose e non religiose con caratteri simili (big 5) al fine di verificare come reagiscono ad uno shock negativo del reddito e scoprono che la religiosità è una buona "assicurazione mentale" contro questi eventi negativi.
2 Gruber propone di usare la variazione nella composizione etnica della propria comunità per studiare l'impatto della religione. In parole povere, un americano di origine italiana potrebbe non dare molto peso tra il vivere in un quartiere pieno di svedesi rispetto a un quartiere pieno di polacchi - tranne per il fatto che quest'ultimo gruppo, come gli italiani, è cattolico. Se vivere fianco a fianco con etnie che condividono la tua tradizione religiosa ti rende più religioso, ma per il resto non influisce sul tuo benessere, allora possiamo usare la composizione etnica per conoscere gli effetti della religione sulla persona. Gruber scopre, ancora una volta, che la religiosità fa migliorare la nostra performance economica.
3 Particolarmente degno di nota è uno studio degli economisti Jane Fruehwirth, Sriya Iyer e Anwen Zhang. In un approccio simile a quello di Gruber, sfruttano le variazioni di religiosità tra coetanei nella scuola per identificare come la religione influenzi la salute mentale degli adolescenti. A quanto pare la fede pesa non poso sul benessere psicologico.
4 David Clingingsmith, Asim Khwaja e Michael Kremer osservano gli effetti della partecipazione all'Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca che i musulmani dovrebbero fare almeno una volta durante la loro vita. Per studiare come la partecipazione all'Hajj influisce sui valori delle persone, Clingingsmith, Khwaja e Kremer utilizzano una lotteria pakistana che assegna i visti per l'Hajj e scoprono che la partecipazione (casuale) al pellegrinaggio porta a una maggiore propensione a continuare la scuola e all'occupazione femminile. Più in generale, i vincitori della lotteria Hajj mostrano sia una maggiore osservanza islamica sia una maggiore fiducia nell'uguaglianza e nell'armonia tra tutte le religioni.
5 Il grande scienziato sociale Max Weber considerò se l'etica protestante potesse determinare differenze nel benessere economico nelle comunità protestanti e cattoliche. Becker e Woessmann seguono questa via esaminando la Prussia, sfruttando il fatto che il protestantesimo si è espanso dalla sua città natale a Wittenberg (una città all'epoca di scarsa rilevanza) in uno schema di cerchi concentrici. Allontanandosi da Wittenberg le probabilità di avere una comunità completamente protestante calano. Becker e Woessmann fanno rivelare che questa misura è indipendente da fattori rilevanti come la presenza di scuole o altri, eppure, secoli dopo, tale parametro prevede molto bene il benessere economico della comunità. Ciò suggerisce che il legame tra PIL e identità protestante è più che una semplice associazione. Weber aveva dunque ragione? Non proprio. L'ultimo passo dello studio di Becker e Woessmann mostra che le variazioni nell'alfabetizzazione possono in gran parte spiegare i vantaggi economici del protestantesimo. Sembra infatti che l'enfasi protestante sul fatto che tutti dovrebbero essere in grado di leggere la Bibbia (e quindi essere in grado di leggere), pesi più dell'etica stessa.
6 Guardando gli Stati Uniti, Jonathan Gruber ha indagato sull'abrogazione delle "blue laws" che limitavano l'attività economica in un determinato giorno della settimana (spesso domenica). Fino a non molto tempo fa parecchi stati avevano leggi che proibivano la maggior parte dell'attività economica domenicale. Una sentenza della Corte Suprema del 1961 fornì una scappatoia per annullarle, cosa che in molti casi si fece. Gruber dimostra che quando tali leggi vengono annullate, la religiosità diminuisce e i comportamenti rischiosi come il consumo eccessivo di alcol aumentano, ma tale tendenza è guidata proprio da coloro che dichiarano di essere stati religiosi prima dell'abrogazione. Le regole religiose sembrano essere efficaci nello scoraggiare il bere e il gioco d'azzardo, e quando vengono meno le prime vittime sono i credenti stessi, probabilmente più vulnerabili alle tentazioni. In sintesi, la religiosità sembra offrire uno scudo protettivo per i più deboli più che attrarre chi è già forte.

redistribuzione e crescita

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la lezione per la seconda ondata

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lunedì 6 luglio 2020

LA FINE DI DESTRA E SINISTRA.

Perché i debiti dovrebbero essere un problema quando si può stampare moneta per pagarli? Una nuova leva di teorici della moneta se lo è chiesto senza trovare risposte plausibili.
La risposta classica stava nel fatto che, se c'è qualcosa di peggiore rispetto al fallimento di una nazione, è una nazione preda dell'inflazione, ma per Stephanie Kelton l'inflazione è poco più di uno spauracchio, almeno finché nel sistema esistono risorse oziose da mettere al lavoro, e questo accade pressoché sempre.
Ma negli anni 70 non abbiamo forse sperimentato direttamente la cosiddetta stagflazione? Ovvero quella roba in cui l'inflazione era in doppia cifra anche in presenza di risorse disoccupate? Come mai una roba del genere puo' esistere? Non cercate la risposta nel libro della signora Kelton perché nella sua ricostruzione storica gli anni settanta sono spariti come d'incanto.
Altro cruccio che perseguita il lettore naif: ma se il debito può essere finanziato senza alzare le tasse, perché mai le tasse non le eliminiamo del tutto? Anche qui nessuna risposta, se non forse il fatto che le tasse in fondo servono per punire i ricchi, vannomantenute per la loro funzione morale.
Ma il più grande miracolo che realizza l' MMT (così si chiama la teoria) sta altrove: una volta adottata c è spazio sia per politiche di destra che per politiche di sinistra, possiamo contemporaneamente espandere il welfare e i missil terra-aria, possiamo perseguire il green new deal e costruire nuovi carceri. Tutto puo' essere tenuto felicemente insieme senza vincoli di bilancio, la MMT riconcilia il socialdemocratico col fasciodemocratico, le barriere tra destra e sinistra crollano per lasciare spazio ad un unico grande ponte populista.
P.S. A proposito, perché la Kelton si muova in questa nuova area di libertà concependo politiche SOLO di sinistra non lo so, ma ho l' impressione che la cosa contribuisca a rendere un po' sospetto l'intero libro.
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venerdì 3 luglio 2020

DOMANDA A UN SINCERO DEMOCRATICO.
Immagina due paesi. Terra dell' Est (TE) e Terra dell'Ovest (TO). TE ha una popolazione molto più numerosa, per il resto i due paesi sono separati ma con un patrimonio culturale comune, un linguaggio comune, una storia prevalentemente simile e così via. Sono etnicamente identici. Hanno organismi governativi che funzionano alla stessa maniera, comprese le burocrazie e i sistemi giudiziari. Gli scambi culturali e commerciali sono molto intensi. Uno straniero proveniente da fuori difficilmente saprebbe dire se si trova in TE o in TO.
Ora, tutti in TE preferiscono la politica P, mentre tutti in TO preferiscono di gran lunga non-P. Inoltre, Il popolo di TE non si limita a preferire P per sé ma vorrebbe vederla adottata anche in TO.
Immagina poi che TE decida di imporre P a TO dopo un referendum in cui i cittadini di TE decidono in questo senso. Se avessero votato anche i cittadini di TO si sarebbero espressi in senso contrario, ma ai cittadini di TE la cosa non interessa. Alla fine TE dichiara che, dopo l'esito del voto, P entri in vigore anche in TO e si muove affinché la legge venga rispettata.
Domanda: un sincero democratico deve condannare o approvare quanto accaduto?

QUANDO PREGHI

"E quando tu preghi, non essere come gli ipocriti, perché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini; in verità vi dico, che essi hanno già ricevuto il loro premio" Matteo 6,5-8.
Questo passo evangelico potete farvelo spiegare da Padre Livio, in alternativa potete rivolgervi a questo libro.
Nella sostanza, ci sono persone che usano il linguaggio morale per auto promuoversi - pensate solo all'anti-razzismo - non sono veramente preoccupate di aiutare il prossimo o di migliorare la discussione, stanno solo cercando di accrescere il proprio status e il proprio prestigio attraverso l'uso del linguaggio morale. Stanno coltivando la propria reputazione per assicurarsi benefici di varia natura in futuro. E' una strategia talmente consolidata nei millenni che ci viene così spontanea da ingannare noi stessi prima ancora che gli altri: senza la buona fede non si combina mai nulla di valido in questo campo. L'indignazione smodata è però la spia che siamo in presenza di "moral grandstanding". Esempio, ho amici che si vantano - sì, "vantarsi" è la parola giusta - di come l'elezione di Trump, o di BoJo, o di Salvini li abbia letteralmente sconvolti. Qui, l'obiettivo evidente è quello di gridare ai quattro venti: "sono una persona così moralmente sensibile e onesta che non riesco nemmeno a gestire queste notizie... e tu, dimmi, come puoi continuare a vivere la tua solita vita?".

giovedì 2 luglio 2020

.. non è vero che noi donne abbiamo un carico maggiore perché gli uomini se ne fregano – la tesi del libro "Bastava Chiedere" – abbiamo un carico maggiore perché vogliamo che le cose vadano a modo nostro, in molte situazioni non vogliamo mollare il controllo. Io non riordino da sola perché mio marito non lo fa, riordino perché la sua idea di ordine non è la mia (basta che la casa non sia allagata, incendiata, esplosa, e per lui va bene, se la forchetta per girare il sugo è appoggiata sul piano di marmo sopravvive, se i calzini di spugna sono insieme a quelli in microfibra riesce a dormire, lui). Non delego quello che non voglio delegare, non è che non delego perché lui sia un egoista, anzi...
dentro c'è anche l'elogio dell'operaio rumeno, l'unico ad accorgersi ancora dei "modelli d'epoca" che passano per la strada...

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Questa è bella, il New York Times ha deciso di pubblicare un editoriale di un senatore repubblicano che sosteneva l'uso dell'esercito in risposta alle rivolte in atto laggiù. Questa posizione, del resto, è condivisa da metà del paese. Eppure, per i giornalisti del NYT non merita nemmeno di essere presa in considerazione e discussa, è così sbagliata che il direttore non avrebbe dovuto "inquinare" il giornale ospitandola. Ora i giornalisti hanno vinto, cosicché l'editore responsabile si è dimesso scusandosi per aver diversificato gli interventi.

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la scienza indirizzata del lancet

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COME ESSERE FORTUNATI.
Sembra una domanda impossibile e invece è facile. Sostanzialmente il trucco è semplicissimo: prova e riprova.
Se ci provi di continuo alla fine riuscirai. Esempio: se ci provi con tutte prima o poi ti fidanzerai con una bellissima ragazza, e gli altri diranno ingenuamente: "che fortunato!".
Il segreto, allora, è costruire quell'energia motivazionale (stamina) che non ti fa desistere e che non abbatte la tua autostima di fronte ai fallimenti.

mercoledì 1 luglio 2020

Qual è l'argomento filosofico che ci convince ad essere più generosi? Per "argomento filosofico" intendo un argomento che non faccia appello alla pietà o alle emozioni.
Si è appena tenuta una gara in merito, ed ecco il vincitore:
"... molte persone nei paesi poveri soffrono di una condizione chiamata tracoma. Il tracoma è la principale causa di cecità nel mondo e colpisce i bambini che vivono dove c'è molta polvere e poca igiene. Fortunatamente è disponibile un trattamento molto economico (20 euro) che cura la malattia prima che degeneri. Una donazione di tale importo ad una ONLUS efficiente puo' salvare la vista a uno di questi bimbi.
Ora pensa a quanto pagheresti per evitare che tuo figlio diventi cieco. Ventimila euro? Duecentomila euro? Ma la vista di un bambino povero quanto vale per te? Meno di un millesimo rispetto a quella di tuo figlio? Se rispondi negativamente hai dei buoni motivi per sostenere una delle ONLUS certificate che combattono in modo efficace il tracoma..."

SCHWITZSPLINTERS.BLOGSPOT.COM
Last fall, Fiery Cushman and I announced a contest : We would award $1000 ($500 to the author and $500 to the author's choice of charity) to...

brennan sui precari

Bene, per esempio, Phil Magness e io abbiamo calcolato la spesa necessaria per dare loro quello che chiedono, e si scopre che costerebbe tra $ 15-60 miliardi all'anno (un Aumento del 15-60% della retribuzione complessiva della facoltà) e richiederebbe anche di licenziare la maggior parte di loro per concentrare gli aiuti sui pochi privilegiati con le migliori credenziali.

La giustizia sociale ci impone invece di spendere quei soldi, diciamo, per borse di studio per studenti poveri. I precari della scuola, inoltre, non sono come gli sfruttati del terzo mondo, hanno parecchie alternative di lavoro e non sono costrette a recarsi in una sweatshop.

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Sulla questione è uscito anche un libro,

martedì 30 giugno 2020

ULTIMO AGGIORNAMENTO INTERNALISMO ESTERNALISMO. RETTIFICA DEI PRECEDENTI

SOGGETTIVISMO E SOGGETTIVISMO.

C'è un soggettivismo che si contrappone all'oggettivismo e al realismo e che, volente o nolente, flirta con il relativismo e lo scetticismo. Molti, non a torto, lo ritengono pericoloso, di solito si presenta nelle forme del cosiddetto internalismo.

1) Facciamo un ripassino. Le posizioni internaliste possono essere estetiche, etiche o epistemologico. In esse si assume che la rappresentazione mentale che ci facciamo delle cose è tutto ciò che possediamo per giudicarle. Purtroppo, la rappresentazione mentale di un'allucinazione è identica alla rappresentazione mentale dell'originale, e questo, lo si capisce al volo, è un varco che alletta lo scettico. Per distinguere le due cose e scansare lo scetticismo occorre allora un'intuizione del soggetto che faccia leva all'esterno (esternalismo), alla realtà. La realtà, in altri termini, possiede un marchio qualitativo (indescrivibile) in grado di distinguerla dalla sua allucnazione, e noi possiamo coglierlo con un'intuizione che trascende la rappresentazione mentale a nostra disposizione. Un'etica, un'estetica e un'epistemologia non scettiche dovrebbero essere "esternaliste".

2) Quindi condanniamo senza appello ogni forma di soggettivismo? Calma, vediamo un altro aspetto di questa vicenda, cerco di renderlo con un esempio. Le cascate del Niagara sono uno spettacolo maestoso, potremmo perfino definirle "belle" ma, domanda, questa bellezza permane nel momento in cui non viene in contatto con l'occhio umano? Sembrerebbe di poter rispondere di no. Che senso ha una bellezza a prescindere dal soggetto? Non riesco nemmeno ad immaginarmela. Ma si puo' andare anche oltre con gli esempi, pensate a un suono, che senso ha questo concetto senza un orecchio umano che ascolta? Il suono senza orecchio sembrerebbe inconcepibile, tanto è vero che la scienza ci dice che esistono soltanto le frequenze d'onda, i suoni non sa nemmeno cosa siano, in fondo sono solo una nostra esperienza interiore, ma se noi non ci siamo...

3) In uno ho spiegato perché noi dobbiamo temere il soggettivismo, in due perché è difficile farne a meno. Uno e due non sembrano compatibili: se esiste una qualità esterna che rende bello un oggetto (o autentico), questa qualità esiste a prescindere da chi la coglie. Esiste un modo per sintetizzare tutto in modo accettabile?

4) Ipotesi: il bello, il buono, il vero esistono in potenza a prescindere dal soggetto ma esistono in atto grazie alla presenza di un soggetto. Il soggetto è una sorta di filtro che - se "funziona" correttamente" - trasforma la potenza in atto. Questo "funziona" indica l'esistenza di una natura soggettiva pertinente. Esempio: il soggetto trasforma una certa lunghezza d'onda in rosso, ma un soggetto daltonico la trasforma in verde. Qual è qui il soggetto "ben funzionante"? Qual è il soggetto che deve correggersi? Si tratta allora di recuperare Aristotele? Sì, ma la distinzione tra atto e potenza non è altro che il modernissimo "nulla si crea, nulla si distrugge". Ora, si tratta di capire come tarare il linguaggio: una presenza in potenza è un "esserci" a tutti gli effetti? Potremmo rispondere di no per evitare le derive mistiche di certo platonismo, ma rispondendo di no il ruolo del soggetto ritornerebbe centrale. Ecco, questo soggettivismo è quello che definirei "sano".
LA VITA SACRA

In un'ottica utilitaristica le misure ideali da adottare contro la pandemia dipendono dal valore monetario che diamo alle nostre vite, che a sua volta si deduce dalla nostra avversione al rischio. Quest'ultima variabile però è difficile da misurare poiché viene usata strategicamente, cosicché si presenta artefatta: se voglio apparire come un leader, per esempio, accentuerò il mio sprezzo del pericolo, se voglio invece apparire debole e bisognoso - magari per assicurarmi aiuti a buon mercato - esibirò i miei "occhi da vitello" mostrandomi impaurito e vulnerabile.
IMHO: in una società come quella umana fondata su una sostanziale cooperazione e condivisione delle risorse le falsificazioni dovute all'opportunismo prevalgono rispetto all'esibizione di un' autonomia gonfiata. In altri termini, siamo meno avversi al rischio di quel che appare. In altri termini, diamo meno valore alle nostre vite di quel che appare.
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