mercoledì 14 novembre 2018

La recessione del sesso POST

E’ difficile interpretare il nostro comportamento sessuale. Per dirla in breve, c'è una inspiegabile carenza di sesso. Dagli studi emerge che sia tra le donne che tra gli uomini il sesso è l’attività che dà in media più piacere. Poiché il costo per praticarla è molto basso, una persona razionale dovrebbe passarci molto più tempo rispetto a quanto lei stessa dichiara. E ricordiamoci che, sia gli uomini che le donne, pompano di molto la frequenza dei loro rapporti. 

Spiegazioni?

https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2005/05/why_dont_people.html

Oggi poi il sesso è in caduta libera

https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2018/11/the-sex-recession.html

ANCORA ALL’INFERNO

ANCORA ALL’INFERNO

Da Haiti all’ Afghanistan, ancora oggi un miliardo di persone sui sette che siamo vive nell’inferno della povertà.

Sempre da ricordare che nel 1800, eccezion fatta per una manciata di nobili e preti, all’inferno ci stavamo tutti.

HL Gli altari laterali

Gli altari laterali
Note:ALTARI@@@@@@@@

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Domando: Hanno finito la loro funzione liturgica?
Note:ORMAI ABBANDONATI...FUNZIONE SOLO MUSEALE

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dopo il Concilio Vaticano II hanno subito i danni di una lettura riduttiva e imprecisa della normativa liturgica,
Note:PUNTO DI SVOLTA

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quando si trattò di ospitare nelle basiliche dell’Urbe i corpi dei Martiri, tolti dalle catacombe
Note:QUANDO FURONO INTRODOTTI

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nelle grandi Abbazie, l’erezione di molti altari laterali era richiesta per la celebrazione della Messa dei numerosi monaci, che, anche per l’assenza della concelebrazione, dovevano celebrare individualmente.
Note:ALTRA FUNZIONE

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La Chiesa d’Oriente, invece, non rinunciò mai al costume antico rigoroso di erigere un solo altare e celebrare un’unica Divina Liturgia.
Note:CHIESA ORIENTALE

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alquanto dannoso trasmettere ai fedeli l’idea che l’insorgere degli altari laterali sia il segno di una fase decadente e scorretta dello sviluppo liturgico.
Note:HANNO UNA FUNZIONE STORICA E LITURGICA

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splendide espressioni dell’arte
Note:DI FATTO

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i Santi e le loro opere.
Note:CHI CELEBRANO

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L’altare laterale è luogo di orazione e di contemplazione. Presso di esso i fedeli entrano in comunione spirituale con la Vergine e i Santi.
Note:ALTRA FUNZIONE

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Infine gli altari laterali sono spesso dei capolavori d’arte.
Note:TERZO FATTORE

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rimozione degli altari laterali in nome dell’unicità dell’altar maggiore;
Note:ABUSO GRAVE

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“Nelle nuove chiese si costruisca un solo altare che significhi alla comunità dei fedeli l’unico Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa”
Note:NUOVE CHIESE

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tale disposizione non esclude che vi siano altre cappelle,
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CAPPELLE

HL L’altare nei riti di ‘offertorio’

L’altare nei riti di ‘offertorio’
Note:OFFERTORIO@@@@@@@@@@

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Quando, ad esempio l’altare era ancora di legno veniva introdotto, posto davanti all’assemblea liturgica e rivestito con la tovaglia proprio nei riti offertoriali; poi era rimosso.
Note:ANTICHITÀ...ALTARE SPOGLIO E RIVESTITO OGNI VOLTA

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Nei riti della presentazione dei doni non si parla di preparazione dell’altare,
Note:LA LITURGIA UFFICIALE OGGI

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Nell’offertorio, alla processione dei doni, si possono portare all’altare le tovaglie per il medesimo e i candelieri? R. No.
Note:RISPOSTA UFFICIALE DELKA C X LA DOTTRINA DELLA FEDE

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L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia.
Note:MAI SPOGLIO

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Se ne deduce che questi preparativi non si devono differire all’offertorio.
Note:Cccccccc

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il corporale, il purificatoio, il messale e il calice,
Note:PREPARAZIONE DELL ALTARE ALL OFFERTORIO

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è raccomandabile che siano i fedeli stessi a presentare il pane e il vino;
Note:PRESENTAZIONE

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soltanto nella celebrazione del Venerdì della Settimana santa l’altare, in via eccezionale, deve essere senza ornamenti all’inizio della celebrazione
ECCEZIINE

HL Il suono delle campane nella notte di Pasqua

Il suono delle campane nella notte di Pasqua
Note:CAMPANE A PASQUA@@@@@@@

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sembra che in tanti altri casi le campane facciano problema.
Note:CAMPANE NOTTURNE....TIPO LA CAMPANA AL GLORIA DELLA VEGLIA DEL SABATO SANTO

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sono oggi più che mai la voce della fede
Note:UN TEMPO AVEVANO ANCHE UN RUOLO CIVILE CHE OGGI È VENUTO MENO

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il suono dell’Angelus
Note:MATTINO MEZZOGIORNO E SERA

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si distingue il giorno feriale dalla domenica, la festa dalla solennità, le solennità minori da quelle maggiori.
Note:RUOLO DELKE CAMPANE

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Lo scampanio festoso al tramonto del sabato
Note:ANNUNCIO DELLA DOMENICA

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Il suono austero della campana maggiore annunzia la morte del Signore nell’ora nona di ogni venerdì
Note:VENERDÌ

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Le campane sono allora la voce pubblica della Chiesa.
Note:CATTOLICESIMO ROMANO

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riflusso nel privato
Note:BLOCCO DELLE CAMPANE

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le campane sono state benedette,
Note:RICORDIAMOLO

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Non è possibile giustificare lo scoppio dei botti nella notte di capodanno fino a tardissima ora e incriminare il suono delle campane,
Note:CONTRADDIZIONI

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HL I fiori in Quaresima

I fiori in Quaresima
Note:QUARESIMA@@@@@@@@

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Il Calendario liturgico prescrive che nel tempo di Quaresima non vi siano fiori sull’altare,
Note:DISPOSIZIONE VIOLATA SEMPRE PIÙ SPESSO

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La Quaresima è il tempo del ‘deserto’.
Note:MOTIVAZIONI DELL ALTARE SPOGLIO

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si celebra sia il digiuno del Signore nei quaranta giorni,
Note:CccccccccANCHE IL VIAGGIO DI 40 ANNI DEGLI EBREI VS LA TERRA PROMESSA

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oggi vi è una mentalità ‘spiritualista’, che non dà sufficiente attenzione alla corporeità
Note:LA CRISI DELLA LITURGIA...LO SPIRITUALISMO...LITURGIA RIDOTTA A PAROLA

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si esprime nel colore liturgico rosaceo, nel suono dell’organo e in un misurato addobbo floreale dell’altare.
Note:IV DOMENICA DI QUARESIMA...SENTORE DI PASQUA

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martedì 13 novembre 2018

Soluzioni coppie gay POST

E’ un tema in cui le posizioni sono difficilmente riconciliabili. Le strategie di parte per imporre la propria non mi interessano molto, devo dire la verità. Mi interessa di più quale potrebbe essere una soluzione di mediazione.



Autonomia locale nel legiferare? Legittimare in qualche modo forme di obiezione di coscienza? Lasciare la parola ai tribunali? Penalizzazioni fiscali e/o previdenziali? Autorizzare solo matrimoni forti (senza diritto al divorzio)? Penalizzazioni di punteggio nelle adozioni? Diritto del bimbo a conoscere il genitore biologico? Altre proposte? Insomma, come caricare queste coppie omo con costi extra senza arrivare al proibizionismo?
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Le fasi della Messa POST

Riti iniziali
  • Canto d'ingresso
  • Saluto del celebrante
  • Atto penitenziale (omesso se si è compiuto il canto dei dodici Kyrie)
  • Gloria (omesso in Avvento e Quaresima)
  • Colletta preghiera che riassume il significato della messa specifica
Liturgia della parola
  • Lettura (Il lettore chiede la benedizione al celebrante)
  • Salmo
  • Epistola (Il lettore chiede la benedizione al celebrante)
  • Acclamazione al Vangelo alleluia
  • Vangelo (Il diacono chiede la benedizione al celebrante)
  • Omelia
  • antifona dopo il Vangelo (si dispongono sull'altare: corporale, purificatorio e calice)
  • Preghiera universale
  • Orazione a conclusione della liturgia della parola
Liturgia eucaristica
  • offertorio e Scambio della pace - 
  • Credo
  • Orazione sui doni (O Padre clementissimo, accogli questo pane / accogli questo vino... ma ci sono altre formule)
  • Prefazio... è veramente cosa buona e giusta...
  • santo (I epiclesi o invocazione dello spirito per la transistanziazione)
  • elevazione e anamnesi
  • II epiclesi (invocazione spirito santo per la transustanziazione) + intercessione (a protezione della chiesa) + dossologia (... con cristo in cristo) chiusura con l'amen più importante della messa
  • Riti di comunione
  • Frazione del Pane consacrato (antifona allo spezzare del pane)
  • Padre nostro
  • Embolismo (innesto prosecuzione del padre nostro senza amen)
  • Preghiera per la pace + Augurio di pace («La pace e la comunione del Signore nostro Gesù Cristo siano sempre con voi»)
  • Comunione
  • Orazione dopo la comunione (preghiamo)
Riti conclusivi
  • Benedizione (preceduta da tre Kyrie, eleison)
  • Congedo («Andiamo in pace» «Nel nome di Cristo»)



GENITORIALITA' OMO COMMENTO

E’ un tema in cui le posizioni sono difficilmente riconciliabili. Le strategie di parte per imporre la propria non mi interessano molto, devo dire la verità. Mi interessa di più quale potrebbe essere una soluzione di mediazione.

Autonomia locale nel legiferare? Legittimare in qualche modo forme di obiezione di coscienza? Lasciare la parola ai tribunali? Altre proposte? Insomma, come caricare queste coppie omo con costi extra senza arrivare al proibizionismo?

CONSIGLI PER IL CECCHINO

CONSIGLI PER IL CECCHINO
Quando spari dal basso punta il mirino sull’inguine, in modo da compensare lo scarroccio.
William Langewiesche

AFGHANISTAN

Il problema dell’Afghanistan è sempre quello: brulica di mascalzoni pieni di idee balorde, ma non hai modo di distinguerli dai contadini qualunque, quelli che non capiscono neanche cosa sta succedendo.
William Langewiesche

PERCHE’ NON APPREZZIAMO ABBASTANZA IL MERCATO?

PERCHE’ NON APPREZZIAMO ABBASTANZA IL MERCATO?
Perché il suo meccanismo produce due effetti ben distinti:
1) Effetto diretto: arricchisce Tizio.
2) Effetto collaterale: arricchisce la società.
I nostri bias cognitivi ci distraggono dagli effetti collaterali per focalizzarci su quelli diretti.

La nostra invidia ci distrae dalla società per focalizzarci su Tizio.

flusso enrico finotti

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Troppo spesso si ritiene che il dibattito liturgico sia questione di competenti in ambiente accademico, ma in realtà la liturgia è vita quotidiana dell’intero popolo di Dio e soprattutto dei fedeli semplici che vi si accostano con stupore di fede e umiltà di cuore. Proprio d...
Commenti
Riccardo Mariani PRIMA COMUNIONE, CATECHISTI IN CRISI
Come spiegare il Mistero dell’ Eucarestia a un bambino? Come rendere il concetto di Presenza Reale? La dottrina della Transustanziazione – quella ufficiale - non la capisco nemmeno io, e probabilmente è anche sbagli
Altro...
Gestire
Rispondi1 min
Riccardo Mariani PRONTI PER IL NATALE?

Ricordatevi che l'albero va preparato il 21 Dicembre (non prima!) e acceso al termine dei Vespri maggiori.
Gestire
Rispondi1 min

PRONTI PER IL NATALE?

PRONTI PER IL NATALE?
Ricordatevi che l'albero va preparato il 21 Dicembre (non prima!) e acceso al termine dei Vespri maggiori.

HL Natale...i primi tre capitoli nonnumerati

Un vero Natale
Note:NATALE@@@@@@@@@@@

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Il Natale è diventato cultura mondiale.
Note:ANCHE I NN CRISTIANI

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Le luci, i regali, i pasti, l’albero, i canti, ecc.
Note:TRAD CRISTIANE

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il presepio.
Note:LA GRANDE VITTIMA

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solstizio d’inverno.
Note:IL TENTATIVO DI RIDUZIONE

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evitare una contestazione radicale
Note:QUALCUNO HA PROPOSTO PROPOSTA UN CAMBIAMENTO DI DATA

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la caduta della societas christiana in nome di un cristianesimo minoritario ed ininfluente
Note:RICORDDA UN MOVIMENTO AFFINE

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il principio erroneo dello Stato agnostico,
Note:COSA SI TEORIZZAVA

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ridare al Natale e ai suoi simboli la loro idealità cristiana,
Note:LA STRADA DA XCORER...INVECE

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missione, umile e tenace,
Note:ANIMARE DALL INTERNO UNA FESTA CORROTTA

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se i cristiani non sono in grado di realizzare una simile opera, significa anche che la crisi del Natale non sta nel mondo,
Note:TESI

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fedeltà all’ora di mezzanotte
Note:UN ESEMPIO

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La nascita di Cristo a mezzanotte
Note:MEZZANOTTE@@@@@@@@@

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testimonianze mistiche, che dichiarano la ‘mezzanotte’ come l’ora della nascita
Note:LA FONTE DEI MISTICI...DA N ESCLUDERE

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Teresa Neumann.
Note:FONTE 1

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Il bambino divino lascia verso mezzanotte il grembo materno, che si richiude subito intatto e incontaminato;
Note:LE SUE PAROLE..MARIA PARTORISCE IN ESTASI

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mezz’ora circa dopo la mezzanotte
Note:PL ANNUNCIO AI PASTORI

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Caterina Emmerick
Note:FONTE 2

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Mediugorie nel messaggio del 23 dicembre 1981:
Note:FONTE 3

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La messa di Natale sia celebrata a mezzanotte e non alla sera.
Note:IL MESSAGGIO

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Renè Laurentin
Note:FONTE 4

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«Il contrasto tra la notte dei pastori e la luce di gloria
Note:RAGIONI X LA MEZZANOTTE

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L'albero di Natale
Note:ALBERO@@@@@@@

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radici cristiane
Note:SIA CHIARO

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l’inno dell’ufficio di Natale «fiorì il germoglio di Jesse, l’albero della vita ha dato il suo frutto».
Note:LITURGIA LATINA...IL SEMPREVERDE LO SIMBOLEGGIA

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il frutto della conoscenza del bene e del male.
Note:GLI ADDOBBI LUMINOSI LO RAPPRESENTANO

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il nuovo Adamo, obbedendo al Padre, cancellando l’antica disobbedienza, ottenne per tutti noi sia la vita divina immortale
Note:LITURGIA LATINA...FESTA DEI PROGENITORI 24 DICEMBRE

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sotto l’albero natalizio vi è il presepio, nel quale è offerto a tutti gli uomini il vero frutto dell’albero della vita: Cristo
Note:L ALBERO DELLA VITA

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Il giorno più idoneo per l’inaugurazione dell’albero di Natale potrebbe essere il 21 dicembre,
Note:QUANDO PREPARARE

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l’aumento della luce cosmica simboleggia il crescere della luce vera
Note:SOLSTIZIO

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Anche l’antifona maggiore del 21 dicembre fa riferimento alla luce del sole,
Note:RIFERIMENTO LITURGICO

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L’accensione dell’albero, al termina dei vespri maggiori del giorno,
ACCENSIONE

I quattro errori SAGGIO


I quattro errori


Gli economisti odiano l’idea che le persone soffrano di pregiudizi sistematici, una delle loro costruzioni chiave – l’homo economicus – si sbriciolerebbe. L’assunto chiave della disciplina, infatti, è la razionalità degli agenti economici. Il profeta dell’ HE, Gary Becker (scuola di Chicago), ha spiegato in lungo e in largo i benefici analitici di questa assunzione.
Ma oggi, con tutta la buona volontà, è impossibile credere ancora a Becker: come spiegare il prolungato ed evidente inganno circa gli effetti di certe politiche? Una via di fuga disponibile è stata in passato la “simmetria degli errori”: Tizio sovrastima il guadagno di certe politiche e sottovaluta quello di altre, Caio fa il contrario, cosicché nella media la loro valutazione si bilancia. Siamo alla cosiddetta “saggezza della folla”.
Oggi questo ripiego non sembra più promettente come un tempo, diversi lavori accademici hanno introdotto il concetto di “errore sistematico”: noi ci sbagliamo tutti e sempre nella stessa direzione. Non c’è alcun bilanciamento.
Il consenso sull’esistenza di un simile  errore nelle scelte delle persone è particolarmente forte quando si parla dell’elettore, ovvero di un soggetto che agisce con scarsi incentivi a riflettere: i costi di un errore nel voto non ricadono sull’interessato ma su tutti.
Psicologi come Daniel Kahneman e Amos Tversky sono stati i principali protagonisti della materia. Gli errori sistematici venuti alla luce nei loro laboratori sono i più disparati, dal fatto di dare troppa importanza agli eventi vissuti in prima persona al fatto di sovrastimare le nostre capacità.
Certo, puo’ darsi però che un meccanico fallisca in laboratorio ma sia impeccabile in officina. Ovvero, ciascuno di noi matura una sua “razionalità ecologica” idonea all’ambiente in cui opera abitualmente. Tra esperti e dilettanti c’è pur sempre una differenza (élitismo). L’ipotesi è plausibile anche se difficilmente applicabile al caso dell’elettore impegnato sporadicamente per definizione. Al seggio siamo tutti dilettanti.
Una prima fonte di comportamenti maldestri puo’ essere la cattiva informazione di base. Da sondaggi fatti si sa che molti elettori credono addirittura che la maggiore voce di spesa nel bilancio nazionale sia l’aiuto ai paesi esteri! Con simili basi di partenza diventa molto più probabile che essi disprezzino i politici responsabili portatori di proposte realistiche in favore dei demagoghi.
sondaggisti ci assicurano che i pregiudizi dell’elettore sono numerosi e quantitativamente significativi. Per giungere a questa conclusione si sottopone la “cavia” a domande con risposte chiare, semplici e oggettive. Per esempio: qual è la quota del bilancio dedicata alla difesa nazionale? E quella dedicata alla sicurezza sociale? Eccetera.
Ma se un elettore ignorante ne sapesse di più cambierebbe il suo voto? La risposta è “sì”. La conoscenza ci cambia, gradi differenti di conoscenza nella materia sembrano implicare posizioni ideologiche diverse.
L’ “ignorante” è molto più settario e radicale, l’ informato più flessibile. In politica estera la persona informata sembrerebbe più interventista, un po’ più “colomba” e più propensa ad attribuire un ruolo agli organismi internazionali. Sulle questioni sociali è invece progressista (pro-choice e favorevole ai diritti gay, per esempio). In economia sembra favorevole al mercato e per poche regola ma chiare. In generale spinge per l’uguaglianza delle opportunità ma non dei risultati, è di sinistra sul sociale e di destra in economia.
Lo so che è difficile digerire il fatto che “i più informati” possano dissentire da noi ma questi dati sono abbastanza facile da raccogliere e mi sentirei di darli per buoni.
Un ulteriore scoperta poco sorprendente è che le persone sbagliano meno quando conviene loro sbagliare meno. Da elettori, per esempio, sbagliamo di più che da acquirenti, e ancora di più che da venditori. La pubblicità ci inganna meno della propaganda, la qual cosa fa tirare un sospiro di sollievo ai difensori del mercato ma mette in ulteriore imbarazzo i difensori della democrazia.
Possiamo ricondurre a quattro gli errori di base dell’elettore democratico: il pregiudizio contro il mercato, il pregiudizio contro lo straniero, il pregiudizio contro il futuro e il pregiudizio contro la tecnologia.
PREGIUDIZI CONTRO IL MERCATO
Per un classico borghese/anti-borghese come Charles Baudlaire il commercio era addirittura satanico, e direi l’elettore medio delle moderne democrazie tende a concordare.
I benefici del mercato passano facilmente inosservati: poiché l’ egoismo è un difetto e il mercato si impernia sull’egoismo umano, da lì non puo’ certo uscire qualcosa di positivo. Insomma, che dal male esca il bene lo sanno i teologi cristiani e gli scienziati sociali ma non viene affatto naturale pensarlo all’uomo comune.
Noi enfatizziamo la volontà umana, cosicché non riusciamo a concepire come una costruzione sociale benefica possa originarsi in modo non intenzionale. Il bene sociale prodotto dal mercato si presenta in forma di effetto collateralementre noi ci concentriamo unicamente sull’effetto diretto. Vediamo il profitto e trascuriamo il servizio.
Joseph Shumpeter – considerato da molti il più grande storico dell’economia –  riteneva che il capitalismo fosse un condannato a morte proprio a causa del “pregiudizio radicato” che noi nutriamo a priori nei suoi confronti. In questo concordava con Karl Marx.
L’odio per il capitalismo porta con sé l’odio per il profitto, un’anticipazione plastica di questo sentimento lo abbiamo con il trattamento riservato all’usura nella storia. Per secoli l’interesse con cui oggi conviviamo tranquillamente veniva considerato abominio, pensiamo solo all’Islam, dove c’è un revival di questi giudizi eccentrici.
Pensate ora per un attimo alla questione del riscaldamento globale. Chi chiede interventi più pesanti? E chi invece sembra considerarlo una bufala? Tra i primi prevalgono i “socialisti”, tra i secondi i “liberisti”. Nessuno dei due, evidentemente, riesce a comprendere che le soluzioni più promettenti al problema – a parità di tecnologie – sono quelle di mercato (carbon tax e diritti negoziabili di inquinamento), altrimenti i ruoli si capovolgerebbero. In altre parole, prendere sul serio il global warming significa ampliare i mercati in sfere dell’attività umana dove oggi non esistono. Non viene affatto naturale pensare in questi termini, molto più facile per la nostra testa pensare robe del tipo : “esiste un problema, occorrono delle regole”.
L’elettore medio vede monopoli ovunque, non si rende immediatamente conto quanto sia complicato colludere. Il dilemma del prigioniero rende difficili simili accordi.
Un altra vittima innocente del senso comune è l’intermediario: “ma guarda questi parassiti: comprano i prodotti, ce li rivendono così come sono e ci mangiano pure sopra”. Tuttavia, i trasporti, l’ immagazzinaggio e la distribuzione non sono manna dal cielo, si pagano. Avere qui ed ora la matita o la bibita che ti occorre qui ed ora non è una coincidenza miracolosa che possiamo pretendere a costo zero.
Si sente anche dire che i capitalisti uniscono le loro forze per mantenere i salari al livello di sussistenza e sfruttare il Terzo Mondo. Non si sa bene come il Primo Mondo – dove il mercato è più presente – si sia liberato da questa schiavitù. Se ci fosse davvero una vasta cospirazione per contenere gli stipendi, il Terzo Mondo diventerebbe all’istante un posto particolarmente redditizio dove investire. la triste verità è che laggiù i lavoratori vengono pagati poco perché non sono produttivi.
Il bias anti-mercato ci fa origliare critici come Krugman o Stiglitz dai quali ricaviamo l’impressione che i benefici del mercato siano controversi. In realtà c’è un accordo di fondo tra gli economisti circa l’ implausibilità di vaste cospirazioni e sull’imprescindibile virtù incentivante dei meccanismi di mercato.
Conclusione: la politica interventista di molti governi non è è elusiva ma solo la fedele esecutrice delle volontà di un elettore pieno di pregiuizi.
PREGIUDIZIO CONTRO GLI STRANIERI
L’ elettore qualunque è uno scettico della globalizzazione, in cuor suo auspica un blocco navale che isoli la Cina e a un bel muro che isoli il suo paese, non capisce come mai i dazi non siano più elevati. Dopo aver messo insieme due pensieri in croce sul dumping sociale e sul dumping ecologico pensa di avere in mano buoni argomenti per passare alle vie di fatto.
Dire che sottovaluti le interazioni commerciali con l’estero è un eufemismo. per lui il commercio con l’estero è per definizione una “guerra commerciale”: chi esporta vince, chi importa perde. Non capisce allora perché si debba perdere quando si puo’ interrompere la partita e farla finita.
Se lo straniero ha una sua utilità, è quella di fungere da capro espiatorio: manca il lavoro? Colpa dell’immigrato che ce lo ruba. Lo spread? Colpa dello speculatore ebreo. Le nostre imprese chiudono? Colpa dei cinesi che ci fanno “concorrenza sleale”.
Persino economisti specializzati nel ruolo del “ribelle” comePaul Krugman non osano attaccare i vantaggi di un’economia aperta. Un’economia chiusa ostacola specializzazione e produttività, con queste premesse l’impoverimento è dietro l’angolo. Solo l’innovazione tecnologica dà  benefici confrontabili con quelli del commercio internazionale, anzi, a guardar bene sono di fatto la stessa cosa.
La legge dei vantaggi comparati mostra che i vantaggi reciproci messi a disposizione dal commercio internazionale perdurano anche quando una nazione è “peggiore” dell’altra in tutti i sensi.
L’errore fatale che induce in questo errore consiste nell’identificare i soldi con la ricchezza.
L’uomo comune osserva la sua amata moneta lasciare la nazione e pensa che la nazione si impoverisca. Il commercio è per lui un gioco a somma zero e per non perderci bisogna come minimo andare alla pari. Eppure, quello che accade tra nazioni accade pure tra regioni e città all’interno di una nazione, ma lì nessuno se ne preoccupa, anzi! Il fiorire dei commerci interni in questo caso è ben visto e incoraggiato, non si va certo a vedere se una città è “in pari” con le altre. Dal che appare chiaro come il problema di fondo siano i pregiudizi sullo “straniero”.
Se poi consideriamo il fenomeno migratorio il bias si fa ancora più manifesto e la dissociazione tra esperti ed elettori sempre più profonda.
PREGIUDIZI CONTRO LA TECNOLOGIA
Tendiamo regolarmente a sottovalutare i benefici del cambiamento e ad apprezzare oltre misura lo status quo. Dove, per esempio, l’elettore vede solo distruzione di posti di lavoro, gli economisti vedono la fine di uno spreco di risorse e l’aumento della produttività.
A volte sembra che un lavoro purchessia valga più di un non-lavoro. Qualsiasi attività, fosse anche solo quello di scavare buche per poi ricoprirle, è meglio che niente. Non è così! Il non-lavoro ha un suo valore: crea il tempo necessario per cercare un lavoro “vero”, cosa che il lavoro farlocco invece ostacola. Per questo il numero di impiegati statali è sempre una spia preoccupante: dietro molti di loro si nasconde un disoccupato a cui non è concesso cercare lavoro. 
I prezzi sono innanzitutto segnali, se noi trascuriamo i loro messaggi finiamo nel burrone. Se il segnale dei prezzi ci chiede di chiudere prontamente e ricominciare altrove dobbiamo farlo, pena il fallimento. Il medico pietoso fa la piaga purulenta.
A volte la compassione prevale sulla logica, ma qui non si tratta di essere spietati, la questione di “come” e “se” tutelare chi perde un lavoro (sussidi di disoccupazione, reddito di cittadinanza, eccetera) non è sul tappeto in questa sede, qui si chiede solo di non sprecare il lavoro degli uomini.
Un individuo prospera solo se ha un lavoro qualsiasi ma una comunità prospera solo se gli individui che la compongono hanno un lavoro produttivo.
La “Repubblica fondata sul lavoro” è particolarmente prona a pensare che lavoro sia sinonimo di ricchezza. Bastiat ridicolizza questa idea etichettandola come “economia di Sisifo”: si lavora, si lavora e non si produce nulla. Al fondo dell’equivoco sta l’idea marxiana che lavoro e sforzo siano connessi: dove si suda c’è valore. Poiché la tecnologia distrugge il lavoro, allevia lo sforzo e asciuga il sudore, ecco che diventa per molti elettori democratici sinonimo di  povertà. A posteriori constatiamo ogni volta che non è così ma a priori ricadiamo sempre nel medesimo bias cognitivo.
In realtà la tecnologia, oltre a distruggere lavoro, ne crea di nuovo: senza i pc non ci sarebbero i programmatori. Ma soprattutto libera tempo per cercare un nuovo lavoro. La tecnologia consente a chi gira i pollici di toccare con mano la sua condizione evitando di auto-ingannarsi scavando e riempiendo buche.
L’economia produttiva rialloca di continuo le sue risorse, pensiamo alla distruzione a tappeto del lavoro agricolo: nel 1800 il 95% della forza lavoro era impegnata a sfamare il paese, nel 1900 il 40%, oggi il 5%. Un disastro? No, un enorme miglioramento.
Ogni ristrutturazione aziendale è vista dall’elettore medio come una disgrazia pur essendo alla base del nostro benessere. Il paese in cui le imprese non falliscono è un paese destinato al fallimento. L’URSS è il prototipo: zero fallimenti nella sua economia, collasso totale dell’economia.
Anziché pensare alla tecnologia in rapporto alla società, pensiamola in rapporto a noi: se hai a disposizione una lavatrice vai forse al fiume a fare il bucato in modo da poter lavorare? Ovviamente no: il tempo libero ha un suo valore, la lavatrice non ti impoverisce affatto, anzi. Un calzolaio non rinuncia ai suoi strumenti con la scusa che in questo modo aumenta il suo lavoro, solo pensarlo è risibile! Ecco, allora cerchiamo di applicare la logica elementare anche al governo della comunità. Cerchiamo di essere persone prima di elettori. Ma queste, lo si sa per esperienza, sono prediche inutili.
PREGIUDIZI CONTRO IL FUTURO
Il pessimismo ci affascina, il millenarismo è nelle nostre corde, l’apocalisse ci viene naturale. Chi preconizza catastrofi ottiene ottimi indici di ascolto e verga best seller mietendo consensi.
Piccolo riferimento personale: quando ero ragazzo ricordo che “andava di moda l’eroina”, intorno a me una schiera di adulti mi pressava ogni giorno per mettermi in guardia implorandomi di starne alla larga quando il pusher me l’avrebbe offerta. Insegnanti e genitori erano ossessionati da questo pericolo, parlavano di gioventù bruciata chiedendosi come il paese avrebbe potuto tirare avanti con una generazione di tossicodipendenti ormai prossimi all’età adulta.
Trent’anni dopo sto ancora aspettando che qualcuno mi offra un grammo di “roba”. Le predizioni nefaste degli “adulti” di allora suonano oggi risibili.
Come regola generale, l’elettore medio ritiene che le condizioni in cui versa il paese non siano così buone come lo sono in realtà. Il pessimismo ci induce a gonfiare i problemi dell’economia e a sottostimare il nostro effettivo benessere. Secondo voi l’elettore italiano pensa davvero di essere ricompreso nel 5% degli uomini più ricchi del pianeta? Eppure lo è.
All’elettore medio manca sia il senso della storia che il senso prospettico, non ha la minima idea di come vivessero i suoi omologhi 100 anni fa.
L’idea di “Paradiso perduto” sembra connaturata nella nostra mente, praticamente in tutte le culture c’è l’idea che oggi stiamo peggio rispetto ad un mitico antenato, e questo pessimismo prescinde dal grado di avanzamento della società. Arthur Lovejoy e George Boas sono due studiosi che hanno approfondito la faccenda, rinvio volentieri al loro lavoro.
Forse il progresso è talmente lento da essere oscurato dalle repentine cadute, sta di fatto che recentemente la tendenza pessimista si è esacerbata, gli intellettuali non fanno che predire l’imminente collasso della civiltà occidentale.
Ma come possono convivere pessimismo e miglioramenti continui nella nostra condizione materiale? Come si spiega il gap sempre più ampio tra percepito e reale? A me sembra sia un’offesa ai padri che hanno lavorato sodo per regalarci la prosperità che noi disprezziamo.
Ma forse è davvero la nostra mente che funziona così: dalla Bibbia a Nostradamus, da Malthus al Club di Roma, l’apocalisse incombe.
Oggi con tono catastrofistico indichiamo un rallentamentodell’economia, neanche un arretramento. Austerity significa far crescere la spesa meno del previsto, non tagliarla. Anche il linguaggio è spia di un’attitudine.
Il pessimista intelligente si mette al riparo dicendo che il PIL non è tutto. Ha ragione, in molti casi non misura adeguatamente il miglioramento di cui siamo beneficiari, la qualità dei prodotti non è confrontabile: preferite un pc anni 80 o uno contemporaneo? Si migliora e di molto anche senza aumenti di stipendio!
E il consumo del pianeta? Qui si concentrano parecchi cantori dell’apocalisse. Ma ci sono sempre stati: negli anni ’60, l’über-pessimista Paul Ehrlich predisse che il degrado ambientale avrebbe presto portato alla fame di massa. Oggi, nel mondo, siamo molto più numerosi e molto meglio nutriti di allora. Ma c’è di più: le risorse naturali sono più economiche, la qualità dell’aria migliora e soprattutto la densità della popolazione non sembra affatto negativa per la crescita.
A proposito, chi non ricorda il bau bau della bomba demografica? Secondo il seminale lavoro di Michael Kremer(“Population Growth and Technological Change: One Million B.C. to 1990”) popolosità e crescita economica sono legate causalmente. Non siamo più “stomaci” che consumano, siamo “cervelli” che pensano e risolvono problemi, per questo più siamo meglio è per tutti.
L’inquinamento atmosferico, ultimo rifugio del pessimista, è un fortino che non regge al vaglio dei dati: magari i popoli in via di sviluppo fossero al nostro livello di benessere, inquinerebbero meno e sarebbero più sensibili ad una causa sacrosanta.
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