mercoledì 23 maggio 2018

VENGO DOPO IL TG

VENGO DOPO IL TG

Lontano lontano si fanno la guerra.

Il sangue degli altri si sparge per terra.

Io questa mattina mi sono ferito 

a un gambo di rosa, pungendomi un dito.

Succhiando quel dito, pensavo alla guerra. Oh povera gente, che triste è la terra!

Non posso giovare, non posso parlare, non posso partire per cielo o per mare.

E se anche potessi, o genti indifese, ho l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese!

Potrei sotto il capo dei corpi riversi posare un mio fitto volume di versi? Non credo.

Cessiamo la mesta ironia. Mettiamo una maglia, che il sole va via.

DIALOGHETTI

Dialoghetti.

L'intellettuale alla puttana: "Là nella valle che il nulla tormenta portami al sangue che la vita adempia, Ecate cara scarmigliata e lenta! E un nome avevi, o dea di crine e d’ira, Carla o Zaira, Isolina o Diomira"

La puttana all'intellettuale: "Tu non meriti salita tanto al membro ti è flebile la vena. Esci dal sogno, carne mal fornita, stolida di vecchiezza e di error piena".

L’IMPERATIVO ESTETICO NEL MONDO SENZA LAVORO

L’IMPERATIVO ESTETICO NEL MONDO SENZA LAVORO
Pessimisti anni novanta: la macchina ci ruberà il lavoro. Un pensiero che alligna a destra (Pat Buchanan) come a sinistra (Jeremy Rifkin). Best seller: The End of Work.
Ecco, questo pessimismo non tiene conto dell’imperativo estetico che domina sempre più. Difficile pensare che in questo campo la macchina sostituirà l’uomo.
Le macchine svolgeranno il 99% del lavoro ma la macchina è replicabile e se a fare la differenza sarà il tocco estetico dell’uomo tutto il valore si concentrerà in questo gesto.
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CIAO CIAO

Un giorno ti alzi dal letto... ed ecco la prima microparesi 
Ti guardi allo specchio e vedi che metà del tuo viso non è più tua .
L’uomo che il giorno prima ti assomigliava, ora non assomiglia piú a nessuno: la palpebra inferiore dell’occhio fa una borsa che rivela l’interno della cavità oculare, la guancia da quel lato è floscia come se sotto la pelle fosse stato tolto l’osso, e le labbra non sono piú dritte ma tirate giú .
E' la vita che se ne va alla chetichella . Ciao ciao.

PERCHE’ PAPA’ NON SCENDE PIU’?

Per la serie “I Classici dell’Horror” ecco una pagina indimenticabile.
PERCHE’ PAPA’ NON SCENDE PIU’?
Sentii il puzzo di merda a metà della scala che portava al primo piano. Quando raggiunsi il suo bagno, la porta era socchiusa, e sul pavimento del corridoio esterno c’erano i calzoni e le mutande. Dentro la porta del bagno c’era mio padre, completamente nudo, appena uscito dalla doccia e gocciolante. L’odore era fortissimo. Quando mi vide, per un pelo non scoppiò in lacrime. Con una voce desolata che non avevo mai sentito, né da lui né da chiunque altro, mi disse ciò che non era stato difficile immaginare. – Mi sono smerdato addosso, – disse. La merda era dappertutto, spalmata sul tappetino del bagno, incrostata sull’orlo del water e, ai piedi del water, in un mucchio sul pavimento. Era schizzata sul vetro della cabina della doccia da cui era appena emerso, e la roba abbandonata sul pavimento del corridoio ne era inzaccherata. Era sull’angolo dell’asciugamano con cui aveva cominciato ad asciugarsi. In questo bagno piuttosto piccolo, che di solito usavo io, mio padre aveva fatto del suo meglio per rimediare al pasticcio da solo, ma essendo quasi cieco e appena uscito da un letto di ospedale, nello svestirsi e nell’andare sotto la doccia era riuscito a spargere la merda su ogni cosa. Vidi che era persino finita sulle setole del mio spazzolino da denti appeso nel contenitore sopra il lavabo. – Tutto bene, – dissi, – tutto bene, sistemeremo tutto… Mi sono smerdato addosso, – ripeté lui, e questa volta si sciolse in lacrime… Il bagno sembrava un posto dove un ladro particolarmente malevolo avesse lasciato il suo biglietto da visita dopo aver svaligiato la casa. Sistemato mio padre, e questa era la cosa che contava, avrei preferito inchiodare la porta e dimenticare quel bagno per sempre… Dove la sua merda giaceva davanti alla tazza del water in quella che era piú o meno una massa compatta, fu molto facile sbarazzarsene. Bastava raccoglierla e tirare lo sciacquone….Ma dov’era entrata nelle fessure sottili e irregolari del pavimento, tra le larghe e vecchie assi di castagno, lí sí che c’era pane per i miei denti. La spazzola sembrava solo peggiorare le cose, e alla fine presi il mio spazzolino da denti e, tuffandolo ripetutamente nel secchio di acqua calda saponata, procedetti centimetro per centimetro, da una parete all’altra, una fessura per volta, finché il pavimento fu tanto pulito quanto riuscii a farlo diventare…. poi andai nel bagno di Claire a prendere un po’ di acqua di colonia, che spruzzai generosamente nella stanza strofinata e ripulita, aspergendola con le dita come acqua santa. Piazzai un piccolo ventilatore in un angolo e lo accesi,… In punta di piedi tornai nella camera da letto dove mio padre dormiva, sempre respirando, sempre vivo, sempre con me: un altro scacco al quale era sopravvissuto, quest’uomo che da tempo immemorabile conoscevo come padre. Ero terribilmente dispiaciuto per la lotta eroica e sfortunata che aveva sostenuto per ripulirsi prima che io lo raggiungessi nel bagno, e per la vergogna che aveva dovuto provare, il disonore di cui sentiva il peso, eppure, ora che la cosa era finita e lui era immerso nel sonno, pensai che non avrei potuto chiedere niente di piú, per me stesso, prima della sua morte: anche questo era giusto ed era come doveva essere. Si pulisce la merda del proprio padre perché dev’essere pulita, ma dopo averlo fatto tutto quello che resta da sentire lo senti come mai prima d’allora…. una volta sfuggito al disgusto e ignorata la nausea e dominate quelle fobie che hanno acquistato la forza di un tabú, c’è ancora tantissima vita da accogliere dentro di sé…. Ecco il mio patrimonio: non il denaro, non i tefillin, non la tazza per farsi la barba, ma la merda….
Patrimonio, una storia vera tocca la corda delle emozioni con la forza di sempre. Lo sguardo di Philip Roth si posa sul padre ottantaseienne che, famoso per il vigore, il fascino e il repertorio di ricordi connessi a Newark, lotta contro un tumore al…
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IL BELLO DEL E NEL PIL

IL BELLO DEL E NEL PIL
Un tempo le scarpe decorate con ricami sofisticati erano molto costose a causa della quantità di lavoro artigianale che incorporavano, dagli anni novanta, grazie all’automazione e al basso costo del lavoro cinese, lo stesso prodotto è disponibile per poco. Chi ci ha guadagnato? Il consumatore, visto che su un mercato concorrenziale come quello delle scarpe i prezzi sono crollati. La produttività dei calzaturifici non è cambiata ma lo standard qualitativo dei prodotti sì. Il consumatore incamera un maggior valore estetico a parità di prezzo, un miglioramento che nessuna statistica registra. Nel mondo c’è più benessere senza che ci sia più profitto, gran parte del valore creato con l’estetica non finisce nel PIL. Beni intangibili quali la bellezza sono difficili da misurare, non si riflettono nei prezzi. Il prezzo del cinema – aggiustato con l’inflazione – è lo stesso nel 2001 che nel 1991, e rispetto al 1971 è addirittura diminuito, ma non c’è paragone se confrontiamo la qualità delle sale, un miglioramento del genere non è stato catturato dai profitti ma interamente dal consumatore, oltretutto non viene segnalato da nessun indicatore economico: la qualità si alza e il prezzo resta fermo. In casi del genere il tenore di vita aumenta anche in presenza di reddito stagnante ma poiché i dati non segnalano esplicitamente la cose, si diffonde un ingiustificato pessimismo, si ritiene che il progresso si sia bloccato: l’investimento in bellezza non si riflette nelle statistiche. Destra e Sinistra guardano i dati e lanciano un allarme spesso ingiustificato.
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martedì 22 maggio 2018

FILMARE ANZICHE' SCRIVERE

FILMARE ANZICHE' SCRIVERE
Conosco una scuola in cui i temi vengono svolti per strada filmando con il telefonino anziché scrivendo sulla carta. Filmare e scrivere, del resto, sono due forme per comunicare, ora che i costi si sono talmente abbassati da metterle in copetizione perché mai privilegiare la seconda sulla prima?
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IL BELLO COMUNICA

IL BELLO COMUNICA
Giovanni e Giuseppe hanno studiato sodo e conoscono bene le risposte da dare nell'interreogazione di storia, tuttavia il primo riesce ad esporle in un italiano fluido e chiaro mentre il secondo incespica risultando confuso e talvolta incomprensibile. La cosa si ripercuoterà sul voto finale della prova? Direi di sì, anche se la conoscenza che i due hanno della storia è la medesima. Alla luce di questo aneddoto pensate alla lamentela di molti insegnanti tradizionali che accusano il ruolo eccessivo dell'estitica nelle prove scolastiche, quasi che l'utilizzo del Powerpoint sia una superficialità a detrimento della sostanza. E comunque, anche qualora non lo fosse, resta comunque irrilevante. Ma cio' che noi chiamiamo “estetica” è molto spesso uno sforzo comunicativo e le abilità comunicative non possono essere trascurate.
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Nella testa di un molestatore di sinistra

What Do Liberal Abusers Really Think?, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:



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I grandi molestatori di donne sono di sinistra. Cosa passa nella loro testa quando agiscono come agiscono.  6 ipotesi.

INAUGURAZIONE DEL PUZZLE

"Ci sono mistici che amano le caverne e altri che amano le colonne. Quelli di Michele Mari amano i tavolini:

"... il momento piú idoneo ad incominciare un nuovo puzzle è quando siamo oberati di impegni, nell’urgenza affannosa delle cose serie, delle cose sode: quale trionfo sul mondo, allora, dedicarsi a quella scientifica dilapidazione del tempo!...""
Ci sono mistici che amano le caverne e altri che amano le colonne. Quelli di Michele Mari amano i tavolini:

"... il momento piú idoneo ad incominciare un nuovo puzzle è quando siamo oberati di impegni, nell’urgenza affannosa delle cose serie, delle cose sode: quale trionfo sul mondo, allora, dedicarsi a quella scientifica dilapidazione del tempo!..."

ESERGO

Proposta di esergo per ogni autobiografia: scrivi, se non vuoi essere scritto!

E il sospetto narcisistico è fugato.

IL PAPAGNO

Specialità del padre: il papagno.

Papagno: scappellotto secco e radente, inferto sulla nuca dal basso verso l’alto; in questo senso l’uso linguistico del termine rafforza il significato originario di “stordimento”, essendo il «papagno», nel Sud dell’Italia, l’oppiaceo papavero.

RICORDO DEL PADRE

Ricordo del Padre.

In sua presenza bisognava star molto attenti anche ai propri pensieri, non fosse mai prendessero una strada non approvata dall’onniveggente controllo.

TALLONI

Sia chiaro, MM non è un feticista dei piedi, è un feticista del tallone rosa-acceso irrorato a dovere dalla pressione dello zoccolo. Specie quando contrasta col biancore latteo della gamba. Specie quando appartiene alla prestinaia.

NON APRITE QUELLA PORTA

""Lo scrittore scrive su ciò che prova, vede e sente, oppure su ciò che gli viene in mente. Solitamente ha molti piccoli pensieri che non può affatto utilizzare, e questa è una circostanza che spesso lo porta alla disperazione"

Robert Walser da "Non aprite quella porta""
"Lo scrittore scrive su ciò che prova, vede e sente, oppure su ciò che gli viene in mente. Solitamente ha molti piccoli pensieri che non può affatto utilizzare, e questa è una circostanza che spesso lo porta alla disperazione"

Robert Walser da "Non aprite quella porta"

TAOISMO DELLE BUONE MANIERE

"Il taoismo delle buone maniere:

"Fu così cortese come lo si è quando non si prova nulla"

Robert Walser (La rosa)"
Il taoismo delle buone maniere:

"Fu così cortese come lo si è quando non si prova nulla"

Robert Walser (La rosa)